Cos’è la Brexit? Qual è il significato di questa parola e per quale motivo se ne sente parlare spesso? Quali sono gli effetti del referendum Brexit nell’economia globale? Cosa succede adesso? L’Inghilterra fa parte dell’Europa? Ecco le ultime su Brexit.
Brexit News in Italiano: rispondiamo a tutte le domande del caso.
Quando parliamo di Brexit ci riferiamo a quel processo politico, sociale ed economico iniziato con il Referendum del 23 giugno 2016. In quell’occasione gli inglesi hanno votato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Le conseguenze, il senso e le cause di questa pagina di storia hanno trovato spazio sui notiziari di tutto il mondo, in quanto si tratta di un evento senza precedenti. Nessuno Stato facente parte dell’Unione, prima del Regno Unito, aveva intrapreso un percorso di divorzio con l’UE, se non la Grecia che, dopo un referendum aveva manifestato l’intenzione.
Per questo motivo, quindi, la vicenda assume anche un carattere simbolico. Dopo il Referendum del Regno Unito, iniziano a diffondersi termini come Frexit e Italexit. Da ricordare anche il caso della Catalogna che, con un Referendum, aveva proclamato la sua indipendenza dalla Spagna. Ma vediamo adesso per quale motivo la Brexit è così importante e quale effetto avranno le conseguenze sui mercati e sulla vita di tutti i giorni.
Questo processo porterà, sicuramente, dei cambiamenti e delle ripercussioni non solo per i paesi Nordici, ma anche per l’Europa e quindi per l’Italia e gli Italiani. Adesso che l’accordo è stato raggiungo e si va incontro ad una soft Brexit, bisognerà capire bene gli step che ci hanno portato fino a qui e cosa cambia adesso.
Brexit cos’è? Un riassunto
Cosa vuol dire Brexit? Il termine Brexit è una parola composta dalle consonanti Br (che sta per Britain) e exit che vuol dire uscita. Letteralmente si traduce con Uscita della Britannia (dall’Unione Europea). In gergo tecnico possiamo dire che la parola Brexit è una crasi perché si tratta di una parola composta da altre due parole. Per quanto riguarda il senso percepito, nel corso del tempo, con tutte le vicissitudini che hanno caratterizzato questo processo, la parola Brexit è spesso associata ad una situazione incerta. Un salto nel vuoto per molti. Per altri l’ultima grande speranza del Regno Unito di ritrovare la sua centralità mondiale di un tempo.
Ma le percezioni lasciano lo spazio ai fatti, ai tecnicismi e alle conseguenze reali della Brexit sul mondo e sull’economia globale. Per questo motivo, nel corso del tempo, uomini come il filantropo George Soros hanno finanziato somme ingenti per ritardare il processo Brexit e per foraggiare il fronte del Brimain.
Per capire meglio cos’è la Brexit leggi anche >> SOROS: Questa BREXIT non s’ha dda fare! 400.000 sterline per farla saltare
Cos’è la Brexit e il Referendum Gran Bretagna
La Brexit quando si è svolta?
Il Referendum per la Brexit si è svolto giovedì 23 giugno del 2016 (data referendum Brexit) sia nel Regno Unito che a Gibilterra. Si trattava di un referendum consultivo non vincolante. L’idea era quella di verificare il supporto degli inglesi verso l’Unione Europea.
Risultati Referendum Brexit: quali sono stati?
I risultati del Referendum Brexit mostrano un 51,89% a favore dell’Uscita e un 48,11% a favore della permanenza. In linea di massima:
- gli Inglesi e i Gallesi hanno votato a favore della Brexit.
- La Scozia e l’Irlanda del Nord, invece, hanno votato per la permanenza in UE creando una profonda spaccatura all’interno del Regno Unito che ha portato le trattative alle calende greche.
La voglia di lasciare l’Europa viene nuovamente confermata dagli inglesi nelle elezioni del 2019 che hanno incoronato Boris Johnson, storico euroscettico, Primo Ministro Inglese con un’ampia maggioranza.
Il Referendum Brexit ha di certo suscitato non poche reazioni. I partiti euroscettici, grazie a questo processo, hanno trovato nuova linfa e nuovo sostegno, guadagnato svariati punti in tutti i paesi europei (Italia Compresa).
La Brexit in Step: ecco tutti i passaggi fino a oggi per capire cos’è la Brexit
Cos’è la Brexit? La storia
- Nel 1957 si istituisce ufficialmente la Comunità Economica Europea (CEE).
- Il Regno Unito presenta domanda di adesione nel 1961 ma la Francia pone il veto.
- Bisognerà aspettare la seconda richiesta di adesione, quella del 1973, che viene ufficialmente accolta.
- Nel 1972, infatti, il Regno Unito aveva approvato la legge sulle Comunità Europee, riconoscendo la supremazia del diritto Europeo sulla legislazione interna Inglese.
- Il primo Referendum sulla permanenza del Regno Unito all’interno della Comunità europea avviene nel 1975. Il 67,23% degli inglesi conferma l’adesione.
- Dopo il Trattato di Maastricht del 1993 e l’istituzione dell’Unione Europea, la CEE sarà incorporata dall’UE con il successivo Trattato di Lisbona dove prende vita l’idea di integrazione politica.
- Nel maggio del 2012, durante un vertice NATO, David Cameron prende in considerazione l’idea di indire un Referendum per la permanenza del Regno Unito in Europa. Lo scopo era quello di tenere a bada l’ala euroscettica del Partito Conservatore.
Inghilterra Brexit: perché si è fatto il referendum?
- A gennaio del 2013 sempre Cameron promette che se il Partito Conservatore sarebbe rimasto al Governo con un maggioranza stabile dopo le elezioni del 2015, si sarebbe contrattato un regime più favorevole con l’Unione per mantenere l’adesione del Regno Unito al progetto Europeo fino alla consultazione popolare. Lo stesso anno il Partito Conservatore presenta un progetto di legge per un referendum sull’Unione Europea. Nei mesi successivi vengono delineati i piani in caso di vittoria alle elezioni. La legge sul referendum prevedeva il voto entro e non oltre il 31 dicembre del 2017.
- Il 5 luglio del 2013 viene approvato il progetto con 304 voti a favore e 0 contrari. I deputati laburisti e i liberaldemocratici preferirono astenersi.
- Nel 2014 l’UKIP, primo partito antieeuopeo del Regno Unito, si afferma con il 27,49% dei voti alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il Partito Conservatore consegue solo il terzo posto. In 108 anni di storia è la prima volta che a primeggiare si ritrovi un partito al di fuori di laburisti e conservatori. Su 73 voti assegnati all’UK ben 24 vanno all’UKIP.
- Nel 2015, in piena campagna elettorale, David Cameron promette agli inglesi prima di rinegoziare l’adesione del Regno Unito in Europa, e poi di indire il tango atteso referendum. Nel contempo il progetto di legge si era arenato per via dello scioglimento del Parlamento il 27 di marzo del 2015.
- Cameron vince le elezioni nel maggio del 2015 e ribadisce di assumersi l’impegno di portare gli inglesi alle urne per decidere se lasciare o restare nell’Unione Europea.
Cos’è la Brexit? Il Referendum Inglese, i risultati.
Con il referendum del 23 giugno 2016 il Regno Unito manifesta la volontà di abbandonare l’Europa, esprimendosi a favore del Leave. Questo il quesito:
«Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?» | «Il Regno Unito dovrebbe restare un membro dell’Unione europea o dovrebbe lasciare l’Unione europea?» |
Gli inglesi avevano due caselle a disposizione per poter esprimere la loro preferenza:
- “Restare un membro dell’Unione europea” (“Remain a member of the European Union“)
- “Lasciare l’Unione europea” (“Leave the European Union“).
Vince il leave con il 51,89% dei voti.
Referendum Inghilterra: le conseguenze Brexit nell’immediato e il fallimento della May
- Cameron si dimette poco dopo, il 13 luglio del 2016. A lui subentra Theresa May, protagonista di tutta la fase di stallo della Brexit.
- Il 29 marzo 2017 la May esprime la volontà di voler dar seguito alla volontà espressa dal popolo britannico. Viene quinti presentata la notifica per l’Uscita del Regno Unito dall’Europa, secondo quanto previsto dall’art. 50 del trattato di Lisbona. A quel punto scatta il termine dei due anni per la negoziazione di un nuovo accordo. Trovare un accordo significa andare incontro ad una Soft Brexit; andare incontro ad una uscita senza deal significa attuare un Hard Brexit con delle conseguenze disastrose. La data di uscita viene fissata col 29 marzo 2019, termine ultimo per la negoziazione di un accordo.
- UK e UE concordano, il 19 marzo del 2018, di allungare i tempi. Si decide, infatti, di attuare un piano di transazione di 21 mesi per evitare di uscire senza un accordo.
- Altra tappa saliente riguarda il Parlamento inglese che il 15 gennaio del 2019 vota a sfavore dell’intesa trovata tra l’Unione Europea e il Regno Unito al tavolo delle trattative. L’accordo viene respinto con 432 voti a sfavore e solo 202 a favore. Ne parlammo in questo articolo > Brexit, dopo l’accordo arriva il panico nel governo May
- Dopo costanti e continue opposizioni capitanate da Corbin, capo dell’opposizione, la May decide di dimettersi il 7 giugno del 2019. Il posto di Primo Ministro viene preso da Boris Johnson.
Cos’è la Brexit? Il Governo di Boris Johnson
- Il Nuovo Primo Ministro ottiene una proroga sul termine delle trattative fino al 31 gennaio 2019. Il termine ultimo era il 31 ottobre del 2018. Raggiunto l’accordo Johnson lo sottopone al Parlamento che lo respinge. A quel punto il Primo Ministro decide di convocare nuove elezioni politiche. Il 12 dicembre del 2019 le elezioni inglesi hanno avuto un ruolo determinante. Gli oppositori alla Brexit si aspettavano una vittoria schiacciante, o comunque di mantenere la maggioranza al Parlamento. Nella realtà Boris Johnson vince nettamente, rafforzando la sua di maggioranza e riservandosi carta bianca sul processo Brexit.
- Con la nuova maggioranza Boris Johnson riesce ad ottenere l’approvazione del deal, dell’accordo, che riceve via libera anche da parte dei 27 stati dell’Unione Europea. Il Parlamento UE approva il 29 gennaio del 2020 con la Brexit che, difatti, inizia ufficialmente il 31 gennaio del 2020.
Cos’è la Brexit? Effetti Brexit, Coronavirus e Brexit ultime Notizie
- Capito cos’è la Brexit come non menzionare la Pandemia? Il Coronavirus ha portato dei rallentamenti nel corso della fase di transizione, il cui termine è fissato per il 31 dicembre del 2020 (Brexit data). Le parti hanno strutturato un accordo sulle relazioni internazionali future. Alla fine dell’estate del 2020 la Brexit torna a fare parlare di se per l’eventuale no-deal, ossia l’uscita del Regno Unito senza accordo, e quindi l’hard Brexit.
- Il 19 marzo Michel Barnier, capo del negoziato per parte europea, contrae il Covid-19.
- Il 27 marzo del 2020, dopo il Principe Carlo, anche il Primo Ministro Boris Johnson risulta positivo al test del Coronavirus, dopo che aveva parlato di “immunità di gregge e di legge del più forte”. Johnson passerà l’isolamento prima in casa e poi in ospedale.
- Alla fine del 2020 Barnier ha affermato di essere pronto a prolungare la discussione sull’accordo tra UK e UE anche oltre l’1 gennaio del 2021.
- Il problema cardine rimane il diritto di pesca della Francia nelle acque Baltiche Inglesi. La vigilia di Natale del 2020 tutte le testate dichiarano che lo scoglio sembra essere superato. UE e UK sempre più vicini all’accordo.
Accordo Brexit: quando è stato raggiunto?
L’accordo si è concluso il 24 dicembre del 2020. Le testate di tutto il mondo hanno riportato la notizia. Adesso, nel 2021, il Parlamento dovrà approvare o respingere l’accordo raggiunto tra UK e UE.
Brexit, reazioni e dichiarazioni dei politici del mondo.
Boris Jonson
Il Premier Inglese Boris Johnson ha mostrato tutto il suo entusiasmo con 4 monolitiche parole. “L’accordo è fatto!”. La giornata del 24 dicembre 2020 sarà ricordata dalla storia come il giorno in cui l’UK riprende in mano il suo destino. Data del raggiungimento dell’accordo tra UK e UE.
“The deal is done”.
Christine Lagarde
“Spiace ancora per la decisione del Regno Unito di andarsene, ma l’accordo è importante specie in questo momento di elevata incertezza”
Charles Michel
“L’annuncio dell’accordo è un grande passo verso una relazione stretta tra Ue e Uk. Per i nostri cittadini e imprese un accordo completo con i nostri vicini, amici e alleati è il miglior risultato”.
Ursula von der Leyen
“Abbiamo finalmente trovato un accordo, è buono, equilibrato e la cosa più responsabile da fare per entrambe le parti”
David Sassoli
“il Parlamento esaminerà ora l’accordo e deciderà sul consenso durante il nuovo anno”
Nicola Sturgeon
“È tempo” che la Scozia diventi uno Stato sovrano, una nazione europea indipendente”.
Emmanuel Macron
“L’unità e la fermezza europee hanno dato i loro frutti. L’accordo con il Regno Unito è essenziale per proteggere i nostri cittadini, i nostri pescatori, i nostri produttori. Faremo in modo che sia così. L’Europa va avanti e può guardare al futuro, unita, sovrana e forte”
Angela Merkel
“Sono lieta del fatto che i negoziatori europei e britannici si siano accordati su un’intesa che chiarisce i rapporti futuri fra Ue e Gran Bretagna. Questo ha un portata storica. Il mio grande ringraziamento va alla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, al capo delle trattative Michel Barnier e all’intero team del negoziato”
Mark Rutte
“Ottima notizia che è stato raggiunto un accordo su un nuovo partenariato Ue-Regno Unito dopo difficili negoziati. Questo è di grande importanza per tutti noi. Ora lo studieremo attentamente”.
Giuseppe Conte
“Bene l’accordo Ue con il Regno Unito. Interessi e diritti di imprese e cittadini europei garantiti. UK partner centrale e alleato per l’unione e per l’Italia”.
Pedro Sanchez
“La Spagna e il Regno Unito continuano a dialogare per raggiungere un accordo su Gibilterra”.
Accordo Brexit: cosa contiene l’accordo dopo il Referendum?
L’accordo raggiunto tra UE e UK ha sancito alcune nuove regole cardine per regolare i rapporti tra le due realtà internazionali. Nonostante si sia raggiunto un punto comune, l’accordo sarà il centro delle discussioni relative alla Brexit per tutto il 2021 e il 2022. Il successo negoziale, frutto dello sforzo del tavolo tecnico e dei vertici dell’UE che hanno pressato per scongiurare l’uscita del Regno senza un accordo, prevede delle novità importanti.
Adesso sarà compito dei Parlamenti approvare o respingere l’accordo. Ma vediamo brevemente cosa prevede l’accordo Brexit?
Brexit e servizi finanziari: cosa cambia?
Nel corso di tutto il periodo della trattativa si è dedicato parecchio spazio a svariati argomenti. L’accordo, di quasi 1000 pagine, è il frutto di anni di trattative inaugurate dalla May e concluse da Johnson. Tuttavia il tempo è tiranno e la necessità di dover concludere l’accordo entro i termini previsti ha comportato alcune lacune. Infatti il testo non soddisfa delle fondamentali zone grigie che verranno, sicuramente, approfondite nel corso del biennio 2021 – 2022.
Per quanto riguarda i servizi finanziari, ad esempio, è necessario specificare il deal presenta non poche lacune. Per questo motivo Bruxelles e Londra hanno già annunciato di voler continuare a lavorare per la stesura di un MoU (Memorandum of Understanding). L’integrazione all’accordo dovrebbe essere pronto entro il mese di marzo.
Cos’è la Brexit? L’UE sogna di ricondurre in regime di onshore la maggioranza delle attività finanziarie del Regno Unito, con particolare attenzione al trading sulle obbligazioni. La forte frustrazione negli ambienti finanziari della City of London si percepisce. Anche Boris Johnson, su questo punto, ha voluto mostrare qualche perplessità.
In realtà l’accusa mossa nei riguardi di Johnson è quella di essersi dedicati fin troppo ai negoziati sulla pesca, settore di poco rilievo per l’economia britannica.
Brexit, diritti di pesca nell’accordo
Sul piano dei rapporti commerciali si parla di level playing field,. SI tratta di un meccanismo chiave dell’accordo che impedirà al Regno Unito di competere in maniera sleale con l’Unione Europea. Il più grande timore da parte Europea con la Brexit era quello di vedere nascere una nuova Singapore sul Tamigi. Allo stato attuale il Regno Unito potrà tenere le sue regole, come stabilito dall’accordo, ma l’Unione Europea si riserva il diritto, in futuro, di applicare delle tariffe particolari e specifiche.
Per quanto riguarda il level playing field vi sono non poche lacune nell’accordo. L’idea è quella di assistere, nel tempo, alla creazione di una autorità apposita che avrà il compito di vigilare su eventuali infrazioni delle parti. Alla fine di questa trattative si rileva, inevitabilmente, una maggiore propensione dell’UK a concedere rispetto all’UE. In particolare le questioni da prendere in considerazioni sono 3:
- L’Irlanda del Nord, nel periodo successivo alla Brexit, verrà considerata a tutti gli effetti come una estensione dell’Unione Europea. Per questo motivo tutti i beni britannici che entreranno a Belfast verranno a tutti gli effetti considerati come prodotti di importazioni, e soggetti agli stessi dazi e regole.
- Londra cede anche sui diritti alla pesca. Infatti questo argomento è il centro del dibattito negli ultimi giorni prima dell’accordo. L’intento di Johnson era solo quello di mantenere una certa posizione primeggiante nelle trattative.
- Nell’accordo è previsto un un periodo di passaggio della durata di 5 anni e mezzo. In questo arco di tempo i pescherecci potranno continuare a pescare secondo le regole pre-Brexit, ma con una riduzione del 25%.
Cos’è la Brexit in termini pratici? Le conseguenze più gravi.
Una volta chiarito di cosa stiamo parlando sarà necessario comprendere le conseguenze della Brexit sul Regno Unito e sul Mondo.
Il divorzio tra il Regno Unito e l’Europa rischia di avere delle ripercussioni gravissime su almeno 4 aspetti chiave da tenere in considerazione. Per quanto nel corso degli anni i mercati abbiano già scontato la maggioranza di queste notizie con importanti movimenti di mercato, l’incognita più grande rimane oggi l’evolversi dell’accordo tra Regno Unito e Unione Europea nel 2021, nel 2022 e negli anni a seguire. Solo in futuro si potrà capire realmente cos’è la Brexit e le innumerevoli implicazioni.
Conseguenze Commerciali Brexit
Dopo il referendum il Regno Unito si è ritrovato costretto a riscrivere i propri rapporti commerciali non solo con l’Unione Europea, ma con tutti gli altri stati del mondo. Questo sin dall’inizio del processo, quando ancora era Ministra la May (SHINZO ABE a THERESA MAY; Prima l’Europa!). Ovviamente riscrivere parte dei trattati internazionale per una nuova entità statale autonoma ha richiesto tempo.
Conseguenze Economiche Referendum Brexit
La vittoria del fronte Brexit ha avuto delle ripercussioni non indifferenti sull’economia del Regno Unito e sul valore della sterlina che si è ritrovata in balia dell’incertezza e della paura. Questo perché molte aziende hanno deciso di fare i bagagli e lasciare il Regno Unito, per paura della troppa incertezza futura. A causa della Brexit il Regno Unito viene retrocesso perdendo il livello di rating AAA. Nel corso del tempo la BoE si è ritrovata più volte costretta ad intervenire sui tassi di interesse e ad attuare delle misure d’emergenza con lo scopo di frenare la recessione dell’economia inglese.
Cos’è la Brexit: conseguenze Finanziarie Brexit
A causa dei crolli della sterlina, che con la Brexit ha raggiunto i minimi degli ultimi 30 anni, ben 2000 miliardi si sono bruciati sui mercati finanziari di tutto il mondo. Questo perché i mercati sono diventati sensibili a causa della vulnerabilità dell’Unione Europea, seconda economia del mondo dopo gli Stati Uniti d’America. Una delle domande principali degli investitori riguarda gli Stati Membri dell’Unione. Dopo la Brexit i membri dell’Unione avranno ancora voglia di rafforzare l’unione monetaria Europea?
Conseguenze Politiche Brexit
A livello politico da quasi dieci anni le conseguenze per il Regno Unito sono state disastrose. Subito dopo il Referendum il primo terremoto politico: Cameron mantiene l’impegno preso comprese le dimissioni come Primo Ministro e leader del Partito Conservatore. A quel punto Theresa May diventa Primo Ministro, la seconda donna dopo Margaret Tatcher. La May, dopo aver portato gli inglesi alle urne e persa la maggioranza in parlamento, si dimette nella primavera del 2019 lasciando la carica di Primo Ministro a Boris Johnson. Inoltre:
- La Brexit ha riaperto la diatriba tra Irlanda del Nord e Irlanda del Sud.
- Sinn Fein ha addirittura preso in considerazione l’ipotesi di superare i Patti del Venerdì santo e unificare Irlanda e Irlanda del Nord.
- La leader Scozzese, Nicola Sturgeon, ha chiesto più volte di indire un referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito e la rispettiva permanenza della Scozia stessa nell’Unione Europea.
- La Spagna ha chiesto il controllo congiunto di Gibilterra.
- A livello europeo i partiti ultranazionalisti di destra e euroscettici hanno incrementato, di molto, i loro consensi.
- Parole come Italexit, Grexit e Frexit sono entrate nel lessico della politica e dell’economia internazionale.
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Cos’è la Brexit? Cosa succede a chi vive nel Regno Unito?
Sono centinaia di migliaia gli europei e gli extra europei che popolano, oggi, il Regno Unito. Allo stato attuale tutti quelli che risiedono nel Regno Unito dal almeno 5 anni potranno richiedere un permesso di soggiorno permanente. Allo stato attuale il termine di questa richiesta è fissato al mese di dicembre del 2020, ma sono probabili deroghe anche per il 2021.
Chi non risiede in UK da 5 anni potrà richiedere un permesso temporaneo valido per un quinquennio. Non si potrà più permanere in UK senza il permesso di soggiorno. All’entrata nel Regno Unito sarà richiesto di mostrare anche il biglietto di ritorno. Tutti i cittadini residenti che non si metteranno in regola con le nuove leggi rischieranno di essere segnalati e espulsi. Boris Johnson ha già annunciato la linea dura.
Con la Brexit sarà ancora possibile trasferirsi a Londra?
Una delle principali ripercussioni della Brexit riguarda la libera circolazione degli individui, caposaldo e pilastro portante dell’Europa e dei Cittadini Europei. Il governo britannico porrà un grande freno alla libera circolazione. A livello di diritto il Governo Britannico intende uniformare tutte le regole sull’immigrazione che non faranno più distinzione tra cittadini europei ed extra europei.
Per trasferirsi a Londra sarà necessario dimostrare di essere già in grado di potersi sostentare. Sarà necessario mostrare un contratto di lavoro.
Un’altra novità riguarda la quota di 625£ che ogni cittadino Europeo residente in UK dovrà impegnarsi a versare al governo di sua Maestà.
Brexit UE: cosa cambia per i turisti?
Cos’è la Brexit: Vivere e viaggiare nel Regno Unito dopo la Brexit
Una delle principali caratteristiche del Regno Unito sta nella multiculturalità.
Europei e extracomunitari fanno parte di una larga fetta di tessuto sociale ed economico dell’UK. Tutti quelli che si trovano nel Regno Unito alla data del 31 dicembre 2020, avranno tempo fino al 30 giugno del 2021 per richiedere formalmente la residenza.
La richiesta si potrà avanzare per richiedere una residenza:
- temporanea (pre-settled )
- permanente (settled status)
A partire dal mese di gennaio del 2021 in Regno Unito si potrà permanere per non più di 60 giorni. Per rimanere oltre i 60 giorni sarà necessario:
- richiedere il permesso di soggiorno
- dimostrare di avere un contratto di lavoro
Il Regno Unito ha deciso di introdurre, nel 2021, delle nuove politiche relative all’immigrazione già a partire dal mese di gennaio del 2021. L’idea del sistema a punti dovrebbe attirare in Regno Unito solo ed esclusivamente figure qualificate.
Il grande svantaggio per gli europei è che da adesso non esisterà più nessuna corsia preferenziale. Infatti, badate bene, da adesso è necessario e indispensabile munirsi di Passaporto per entrare in Regno Unito. La Carta di Identità non sarà più sufficiente.
Brexit: come si fa a lavorare a Londra e in Inghilterra
Se non si è un lavoratore essenziale i requisiti per ottenere la residenza in Regno Unito sono vari:
- si dovrà essere in possesso di un contratto di lavoro con un salario minimo annuale di 25.600
- sarà necessario dimostrare una conoscenza dell’Inglese (livello B1)
- si dovrà sottoscrivere l’assicurazione sanitaria, al costo di circa 700 euro.
Cos’è la Brexit? Cosa cambia per gli Inglesi che vogliono andare in Unione Europea?
Dal 2021 gli inglesi sono a tutti gli effetti extracomunitari. Per questo motivo i cittadini dell’UK, per venire in Europa, dovranno richiedere un visto per soggiornare per più di 90 giorni, e comunque non oltre i 180 giorni. Le TEAM, ossia le tessere sanitarie europee, rimarranno valide fino alla loro naturale scadenza.
I passaporti europei per gli animali di compagnia non sono più validi.
Brexit: per entrare in Regno Unito serve il Passaporto?
Si, a partire dal 2021 per entrare in UK sarà necessario il Passaporto Biometrico. La carta d’Identità non sarà più accettata per entrare nel Regno Unito.
Scopri >> Rinnovo Passaporto: ecco i costi e i documenti necessari
Cause della Brexit: perché il Regno Unito lascia l’Europa?
Gli inglesi hanno iniziato ad essere ostili contro gli europei già a partire dal Governo di Margaret Thatcher. Quest’ultima si è sempre professata un’euroscettica convinta scagliandosi ripetutamente contro i versamenti di denaro da parte del Regno Unito a favore delle casse dell’Unione. Altre motivazioni sono quelle che hanno spinto Cameron a chiedere il Referendum per la Brexit. Questo per svariati motivi, sia di carattere economico, per via dell’immigrazione e ancora per tutte le politiche di dipendenza dell’UK verso l’Unione Europea.
Il Referendum per la Brexit ha portato alle urne più di 30.000.000 di persone che sono state chiamate ad esprimere la loro preferenza.
Referendum Brexit: in Irlanda e Scozia la maggior parte dei Britanni ha scelto di rimanere dentro l’Unione Europea. Il voto aggregato ha però fatto vincere il fronte per la Brexit creando vari dissidi interni. Tutti gli aggiornamenti relativi alla Brexit saranno integrati a questo articolo in base allo sviluppo dei colloqui e delle trattative tra le varie parti.