Coronavirus: sciopero benzinai. I sindacati hanno annunciato che i benzinai non sono più disposti a garantire i servizi a chi usa i mezzi di trasporto. Nel comunicato congiunto dei sindacati c’è anche una stangata per il governo.
Coronavirus: sciopero benzinai. Da mercoledì monta la protesta
“Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi. Ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri”
Esordisce così la nota congiunta che ha annunciato lo sciopero dei benzinai per il Coronavirus. Un appello generale, accorato, comune. Non possiamo più garantire i nostri servizi.
“Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare nè il necessario livello di sicurezza sanitaria, nè la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”.
Infatti ai Benzinai non sono state fornite né tute, né mascherine. Nessuno li ha mai considerati o ringraziati. L’annuncio è forte, deciso. Lapidario.
“Noi non siamo eroi”.
Ecco il grido dei benzinai che si può leggere in una nota firmata da Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio).
Ecco i motivi della protesta dei benzinai in sciopero per il Coronavirus
“C’è una categoria di persone, oltre 100.000 in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone”.
I sindacati non adottano mezze misure e annunciano una scelta drastica, ma purtroppo obbligata e senza precedenti.
Si chiude tutto! In realtà, se ci riflettete, a causa del crollo del prezzo del petrolio, la benzina è anche diminuita di prezzo. Con tutti i mezzi fermi per il Coronavirus i benzinai hanno visto il loro lavoro ridotto di più dell’80%. Sono numeri raccapriccianti.
I sindacati hanno comunque aggiunto che hanno continuato a svolgere il servizio
“a rischio della propria incolumità e mettendo in pericolo la propria salute, presidiando fisicamente il territorio, rimanendo dove sono sempre state e dove ogni cittadino di questo Paese è abituato a trovarle ogni giorno, vale a dire in mezzo alla strada”.
La nota continua
Ecco il proseguo del comunicato stampa che ha annunciato lo Sciopero dei Benzinai per il Coronavirus. Parole chiare. Concise. Non si vogliono definire eroi. Non si vogliono definire angeli. Ma, è proprio vero, non sono schiavi, né tantomeno martiri.
“Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare”.
Per questo motivo da mercoledì si chiude tutto gradualmente.
Coronavirus: sciopero benzinai. Ecco i motivi della protesta
“Correremo il rischio dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono.”
E arriva anche una stangata per il Governo, che aggiungono in conclusione:
“Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio”.