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Contributi fondo perduto partite IVA nel decreto Sostegno

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Misure a favore delle partite IVA e i lavoratori autonomi nella bozza del decreto Sostegni che verrà presentato questa settimana. Questo secondo quanto trapelato e che dovrebbero essere incluse nel provvedimento, stante i ritardi.
Il nuovo decreto del governo Draghi prevederebbe, quindi, indennizzi e contributi fondo perduto e altre importanti agevolazioni. Una delle novità più importanti e già ampiamente enunciata, è il superamento della distinzione tra codici Ateco.

Contributi fondo perduto nel nuovo Decreto Sostegno

Per le attività commerciali, le imprese e i professionisti colpiti dai danni della pandemia da Covid-19 nuovi sostegni. Nonostante l’Italia sia all’ultimo posto, secondo un recente studio della CGIA di Mestre, sugli aiuti alle imprese durante il periodo Covid. La cifra pro capite più bassa, insieme alla Spagna, pari a 1979 euro. Questa la cifra media emersa dal dato per calcolare l’importo a sostegno dei redditi attuati tra marzo e dicembre 2020.
Adesso con il nuovo dl Sostegno, del quale ancora si conosce la bozza, sembra arrivare un aiuto più consistente.

Come si accennava, il nuovo parametro per calcolare l’erogazione del contributo a fondo perduto terrà conto del calo di fatturato. Al contribuente, inoltre, potrebbe essere data la possibilità di scegliere tra contributo “liquido” oppure utilizzare l’importo assegnato come credito d’imposta.

Attenzione a questa scelta, perché come recita la bozza del decreto Sostegno 2021 la decisione sarà irrevocabile. Con l’opzione del credito d’imposta, i contributi fondo perduto potranno essere utilizzati per le compensazioni tramite modello F24.

I requisiti per ottenere al contributo

contributi fondo perduto

La richiesta dei contributi a fondo perduto può essere effettuata dai soggetti titolari di partita IVA residenti nel territorio dello stato. Chiunque svolga attività d’impresa o professionistica. Stando ai calcoli, gli indennizzi dovrebbero riguardare una platea di circa 2,8 milioni di soggetti. Il tetto massimo per ciascuna partita IVA è di 150.000 euro di aiuti, per chi ha ricavi non superiori ai 5 milioni di euro.

Il governo, inoltre, ha previsto tutta una serie di tutele come il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno, bonus in favore dei lavoratori autonomi e stagionali. Per chi ha figli minorenni, invece, sono previsti congedi parentali come alternativa al bonus baby sitter.

Per tornare ai requisiti per i contributi fondo perduto per le partite IVA, vediamo quali sono, stando alla bozza, i criteri. I parametri di calcolo si basano essenzialmente sulla quantificazione della perdita di fatturato rispetto al 2019.

Quantificata la perdita, si applica l’aliquota prevista secondo i diversi scaglioni:

  • 20% per ricavi dichiarati fino a 400.000 euro
  • 15% per ricavi tra i 400.000 e il 1 milione di euro
  • 10% per ricavi tra 1 e 5 milioni di euro.

In aggiunta a questo, il contribuente deve certificare che l’ammontare del fatturato relativo ai mesi di gennaio e febbraio 2021 sia inferiore ai due terzi rispetto agli stessi mesi del 2019.

Oltre alle imprese commerciali, hanno diritto a ottenere il contributo anche gli enti non commerciali del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Per quanto riguarda queste ultime due categorie, i contributi fondo perduto valgono in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

Le risorse a disposizione

Per fronteggiare gli effetti della pandemia e fornire un concreto supporto alla ripartenza, il governo avrà a disposizioni diverse risorse. Denaro che proviene, oltre che dai fondi europei, anche dallo scostamento di bilancio (e quindi sulla spesa pubblica).

Tra queste, i 32 miliardi di scostamento recente approvato che verranno così suddivisi:

  • 12 miliardi per il sostegno al settore produttivo e le imprese commerciali
  • 6 miliardi per la sanità, compreso il piano vaccinale e le spese annesse
  • 10 miliardi per agevolazioni e contributi diretti alle famiglie, tra cui il Reddito di Cittadinanza e di Emergenza. Inoltre, per il rifinanziamento della Cassa Integrazione, la Naspi e il Fondo Occupazione
  • 2 o 3 miliardi per gli Enti locali (dai comuni alle Regioni) compresi finanziamenti per il trasporto pubblico
  • 2 miliardi per la pacificazione fiscale, con diverse misure di saldo e straccio e rottamazione cartelle. Gli interventi specifici verranno meglio specificati nel decreto Sostegno. 

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