La situazione in Catalogna non è affatto tranquilla.
Sarà la campagna elettorale più inusuale della storia
Mancano due settimane alle elezioni che decideranno il nuovo governo Catalano. Il governo di Madrid le ha fissate per il 21 dicembre, dopo che Rajoy ha attivato l’articolo 155 della costituzione spagnola. Da quel momento l’autonomia catalana è stata sospesa.
L’ex vicepresidente della Generalitat Oriol Junqueras rimane in carcere! Dal 2 novembre, infatti, Oriol, che è un convinto indipendentista, è detenuto a Madrid, per scelta del Tribunal Supremo. Le accuse sono quelle di sedizione, malversazione e ribellione.
Domani inizierà ufficialmente la campagna elettorale più discussa e anomala della storia catalana, mentre su Carles Puigdemont pende un mandato di cattura internazionale. L’ex presidente della Generalitat ha infatti scelto l’esilio volontario in Belgio per evitare di finire in galera, come i suoi compagni di partito.
Gli schieramenti in Catalogna
Il fronte indipendentista si è diviso in tre gruppi politici. L’ex president Puigdemont ha nelle sue fila quattro ex “ministri“. La prossima udienza per lui è stata fissata per il 14 dicembre prossimo. Non sarà di certo l’ultima, mentre il leader indipendentista catalano potrebbe ottenere la maggioranza assoluta alle elezioni del 21 dicembre. “Se vinciamo, sarà indipendenza!”. Così aveva dichiarato mercoledì scorso.
Il secondo gruppo è formato dai membri dell’esecutivo indipendentista scarcerati ieri. Per abbandonare le patrie galere è stato necessario il pagamento di una carissima cauzione (100.000 euro). Dopo la scarcerazione non è comunque stato riconsegnato il passaporto. Ecco di chi si tratta: Carles Mundó, Raul Romeva, Jordi Turul, Josep Rull, Dolors Bassa e Meritxell Borrás.
Rimangono in galera, invece, Oriol Junqueras, ex vice di Puigdemont, e Joaquim Forn, ex ministro degli Interni. Stessa sorte per i due Jordi, Jordi Cuixart e Jordi Sànchez. Secondo i giudici si tratta del nucleo centrale dell’indipendentismo catalano.
Cosa dicono i sondaggi?
Secondo l’ultimo sondaggio del Cis il fronte indipendentista avrebbe 67 seggi su 135. I secessionisti, a questa tornata, hanno deciso di presentarsi alle elezioni separati. Da un lato Junts per Catalunya, con a capo Cherles Puigdemont. Dall’altra Esquerra repubblicana, guidata da Oriol Junqueras, attualmente in carcere.
Il primo partito sarebbe Ciudadanos, i centristi di Ines Arrimadas. Questa frangia si oppone con forza all’indipendentismo, e potrebbe ottenere 31 o 32 seggi.
Abbiamo poi i socialisti di Miquel Iceta. La somma dei deputati contrari all’indipendenza, però, non raggiunge la maggioranza assoluta dei seggi. Decisivi saranno i deputati di Ada Colau, la sindaca di Barcellona, che con la sua Catalunya en Comú (alleati di Podemos). Questa frangia è sempre rimasta neutrale e sarà l’ago della bilancia.