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Ultimatum dell’UE alla May. “Scelte entro dicembre”

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Tusk parla chiaro: “Progredire nelle trattative entro
inizi dicembre 2017, o sarà difficile.

Cosa ci si aspetta dalla Brexit?

Il primo ministro May si trova attualmente in bilico. I leader europei lanciano un ultimatum per prendere delle decisioni concrete. Al centro dell’attenzione il conto da pagare all’Unione fino al 2019. E poi la questione della frontiera irlandese, punti cardine prima di ogni accordo economico. A renderlo noto è Donald Tusk a seguito di un incontroa Göteborg, in Svezia.

“Ho chiarito alla May che questo passo deve essere raggiunto all’inizio di dicembre”

David Davis, che siede al tavolo delle trattative per conto di sua maestà la regina, ha chiesto all’Unione Europea di scendere a compromessi. A suo dire il Regno Unito starebbe compiono tutti gli sforzi necessari per portare avanti le trattative. I fatti, purtroppo, dimostrano il contrario. In realtà Davis e compagni stanno attuando una strategia attendista, nella speranza che a fare il primo passo sia proprio l’Unione.

“Personalmente voglio che scendano a compromessi”, ha dichiarato lo stesso Davis in un’intervista rilasciata alla BBC venerdì.

Cosa accade con la trattativa Brexit?

Totale paralisi, mentre il tempo stringe. A Marzo del 2019 il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’Unione Europea, con tutto ciò che ne conseguirà. Quando saranno trovati i termini chiari del divorzio? Nessuno lo sa. L’unica cosa certa è che si sta perdendo troppo tempo.  I leader europei sono stati chiari: nessun accordo commerciale senza aver prima saldato il vecchio conto. E adesso i funzionari inglesi temono il peggio. E se i negoziati andassero in pezzi? Di certo la situazione diventerebbe più complessa. Si attende dunque il prossimo vertice UE di dicembre. Da Bloomberg si apprende però che i funzionari europei stanno già cercando possibili date a gennaio o febbraio per compiere un ulteriore tentativo volto ad accelerare i tempi per le trattative.

Il Regno Unito ha già accettato di pagare il debito all’unione fino al 2019. Un passo avanti, visto che si va incontro alla conditio sine qua non posta dall’UE. Il problema resta, ad oggi, la cifra. Su quella si continua a perdere tempo prezioso, mentre si rischia di non avere più il tempo per negoziare tutto il resto.

Davis e May, attualmente, tergiversano sulla somma complessiva da corrispondere all’Unione. May ha evitato, venerdì mattina,, una domanda dai giornalisti: “E’ vero che il Regno Unito si sta preparando a mettere più soldi sul tavolo?.”

Diplomazia per colazione

In questo fine settimana May, assieme alla sua squadra di ministri, ha lanciato un tour di colazioni diplomatiche. Rappresentanti del governo inglese hanno raggiunto Germania, Irlanda e Svezia.

Davis ha incontrato i dirigenti d’azienda tedeschi, dichiarando che “le richieste dell’UE sono costantemente sotto esame”. E individua dicembre come possibile data per avere notizie più certe. Da ora al vertice di dicembre “avremo praticamente continue trattative”, ha dichiarato Davis.

Nel contempo, May e il suo ministro agli Esteri, Boris Johnson, hanno tenuto colloqui separati con i loro omologhi irlandesi. In Irlanda vi è il problema del confine tra nord e sud: l’Irlanda del Sud che rimarrà nel blocco europeo, e l’Irlanda del Nord lascerà invece il Regno Unito con la Brexit.

La May si è recata anche in Svezia per far colazione col primo ministro irlandese Leo Varadkar. In quell’occasione May ha dichiarato: “Attendo impaziente che l’Unione europea risponda positivamente alle nostre considerazioni, così da poter andare avanti insieme”.

Germania e Francia sono determinanti in questo percorso

Il primo ministro irlandese è stato chiaro: “Se dobbiamo aspettare il nuovo anno, se dobbiamo aspettare ulteriori concessioni, così sia”, ha detto in un intervista. Ma Varadkar ha anche precisato che pretende un impegno concreto. “Mai e poi mai torneremo ai confini del passato”, quei confini tra Irlanda del Nord e Irlanda del Sud che, ad oggi, non esistono più. “Lo vogliamo scritto.” ha tuonato Varadkar.

A fare da blocco, attualmente, sono la Germania e la Francia. Davis ha così espresso il suo punto di vista alla BBC: “ci sono tanti paesi che “vogliono andare avanti a trattare con noi”.

E su Germania e Francia lancia questa considerazione: sono “i giocatori più potenti” nell’UE, ha affermato. “Quello che loro, quello che credono è molto influente, a volte in modo decisivo.”

Cosa dicono i leader europei?

Tusk si dice però fiducioso. Convinto che i colloqui abbiano prodotto dei risultati. Sempre secondo Tusk sono già stati raggiunti “buoni progressi sui diritti dei cittadini”.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker è, invece, fermo sulla sua posizione. “Ormai il tempo stringe. La mia speranza è quella di raggiungere un accordo per quanto riguarda il divorzio nel consiglio di dicembre, ma molto lavoro deve ancora essere fatto”.

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