Restate in Europa! Ecco il grido che si leva dai vertici dell’UE.
Nella saga delle trattative per la Brexit è onnipresente l’invito a stralciare tutto e tornare amici come prima. Giusto per non creare equivoci, è proprio il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ad affermare che il Regno Unito può sempre chiedere l’attivazione dell’art. 49.
“l’uscita della Gran Bretagna è una catastrofe” questa l’affermazione di Juncker a margine di un intervento a Strasburgo in cui ha ribadito il suo auspicio.
L’INVITO CONGIUNTO
L’appello non è isolato, anche il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha esternato il suo desiderio affinché gli inglesi riconsiderino la loro posizione.
“Anche se i britannici se ne andassero a norma dell’articolo 50, allora l’articolo 49 consentirebbe loro di aderire di nuovo, e sarei felice di agevolarlo.” Un ultimo affondo che Junker non ha risparmiato al governo di Theresa May. A Bruxelles vi è la volontà di smorzare i toni (e un pò l’orgoglio) dei negoziati e smontare la retorica politica e scongiurare un errore di grandi proporzioni.
LA FERMEZZA BRITANNICA
Come era ovvio, la risposta del portavoce del governo, James Slack, è stata poco conciliante. “Siamo stati assolutamente chiari in diverse occasioni che stiamo lasciando l’Unione europea“, un commento senza aperture specialmente in un momento dove lo scontro su un secondo referendum a Londra tenta di lasciare il campo delle ipotesi e delle provocazioni.
Il capitolo Brexit più si avvicina alla sua conclusione, fissata per marzo 2019, più mostra le sue difficili implicazioni pratiche e politiche.
Bruxelles porge, con la sua posizione, una via preferenziale per un Remain che il governo di Sua Maestà respinge categoricamente.
Theresa May affronta lo spettro agitato da Farage di una seconda consultazione, e le sorti del continente restano sempre più incerte.