E’ la scelta di EasyJet, la nota compagnia famosa in tutto l’occidente e non solo.
Con la BREXIT le licenze del Regno Unito non saranno più valide. Bisognava prendere provvedimenti.
VIENNA – Apre la EasyJet Europe. La nota compagnia aerea britannica ha così deliberato. Tramite una nota comunica questa scelta operativa. Assieme alla sede legale sarà creato il quartier generale in Austria, nel cuore dell’Europa Unita.
E’ solo una delle conseguenze della BREXIT che, difatti, sancisce il divorzio con l’Unione Europea a partire dal 2019. EasyJet, con lungimiranza, ha deciso di trasferirsi in Austria per via delle licenze di volo.
In Europa serve un certificato di volo AOC
Con la BREXIT avviene anche un divorzio per ciò che concerne le normative internazionali. EasyJet ha infatti necessità di un certificato di volo AOC per permanere sul mercato europeo. Quest’obbligo riguarda, infatti, tutte le compagnia di bandiera del territorio europeo. Il certificato di volo AOC decadrebbe dal momento in cui il Regno Unito sarà fuori dall’Unione.
Poco male; loro ci hanno pensato in tempo
La nota compagnia ha dunque scelto Vienna come sede della nuova EasyJet Europe. Lo fa sapere la dirigenza della compagnia aerea mediante una nota diramata agli organi di stampa più rappresentativi del pianeta. Nella nota si legge che l’azione è volta a “tutelare i propri diritti”. A quanto pare tutte le procedure burocratiche sono già iniziate.“Il processo di accreditamento è in corso e speriamo di ricevere l’Aoc a breve” conclude la compagnia aerea.
Solo l’inizio di un effetto domino?
Pare di si. E in ottica hard brexit (tesi ormai improbabile con una May in realtà senza maggioranza) la situazione potrebbe aggravarsi. Aggravarsi al tal punto da scatenare una reazione a catena che porterebbe altre compagnie o aziende ad abbandonare il Regno Unito. Tutto questo con conseguenze devastanti per il mercato del lavoro UK e per l’economia britannica. Quale sarà il colpo di scena che manterrà l’equilibrio? Noi puntiamo fortemente alla mild BREXIT, un anno fa come ADESSO.
Sarà necessario trovare un compromesso
Nulla di più, nulla di meno. Il compito che attende le otto persone che hanno in mano il futuro di questa trattativa politica sarà arduo. Un divorzio brusco avrebbe conseguenze devastanti sia per il Regno Unito che per l‘Unione Europea, e da ambedue le parti si punterà al compromesso. I mezzi di stampa canonici dimenticano spesso di riportare un particolare essenziale: entro marzo del 2019 le trattative dovranno concludersi. Questo significa che le elezioni in UK hanno già rallentato il processo. I mesi scorrono inesorabili e il tempo è tiranno. Le possibilità sono due: continuare a giocare a chi ce l’ha più lungo o rimembrare di avere addosso la responsabilità di milioni di cittadini, da ambedue le parti.