BREXIT: Cosa accadrà all’Irlanda? Ecco l’aria che si respira nel Regno Unito in vista del grande divorzio.
Il divorzio tra Regno Unito e Unione Europea, a parte l’intesa sulla questione finanziaria, lascia aperta la questione con l’Irlanda. In questi giorni i negoziatori sono riusciti a “strappare” la cifra (tra i 40 e i 60 miliardi). Restano in ballo, però, i rapporti tra Irlandesi e Nord-Irlandesi.
Dublino infatti teme che si perdano i vantaggi del mercato unico sull’isola, oltre al problema di un ritorno ad una separazione netta tra le frontiere.
Londra dal canto suo non può permettere la vigenza di due regimi nello stesso paese. Sarebbe antitetico con la sua ferma volontà di abbandonare del tutto il sistema comunitario.
LE POSIZIONI
Decidere sul futuro al confine Irlandese non può essere solo responsabilità di Londra. Il motivo di questo incalzare è ovviamente dato dalla situazione che vede l’Irlanda come parte in causa insieme all’Europa, e quindi in una posizione di forza per supportare le proprie prerogative.
Tuttavia anche la diplomazia irlandese riconosce che la questione attiene esclusivamente ai rapporti bilaterali tra i due paesi. Per il ministro degli esteri irlandese Simon Coveney la posizione della Repubblica d’Irlanda è “coerente, ferma e testarda” e che non solo non la abbandoneranno ma non permetteranno che venga ricreato il confine.
Anche Barnier ritiene che il Regno Unito debba fornire non solo garanzie sui diritti dei cittadini UE, ma chiarire le sue intenzioni sull’Irlanda.
In risposta a questo tentativo di imposizione, il segretario delegato alla questione Brexit David Davis ha dichiarato che non accetteranno alcuna proposta che miri a minare la stabilità economica e costituzione del Regno.
NEGOZIATO NEL NEGOZIATO
I negoziati per la Brexit continuano a complicare non solo le posizioni tra le due parti, ma creano un nodo interno di non facile risoluzione. I britannici del tutto contrari ad una soluzione ad hoc per l’Irlanda del Nord, e quindi ad un doppio sistema che mantenga vivo un assetto che si cerca di abolire, e l’Irlanda che non pensa assolutamente alla possibilità che si ritorni alle divisioni che da decenni ci era lasciati alle spalle.
L’abbandono non solo del mercato unico ma anche dell’unione doganale, ancora prima che vengano definiti i futuri rapporti commerciali, è una linea di demarcazione che rischia di aggravare le posizioni al di là della Manica.
Il 2018 è alle porte e la questione irlandese è tutt’altro che complementare. L’intenzione di porre il veto sui negoziati è forte e le conseguenze lo sarebbero ancora di più.