Il Pil del Regno Unito andrà di giù di un bel pò di punti se l’uscita dall’Unione Europea dovesse andare a compimento.
Stavolta non sono voci o farneticazioni di analisti pro UE o degli oppositori del governo di Theresa May ma il risultato di uno studio commissionato da Downing Street.
IL RAPPORTO
Secondo quanto riportato dal sito BuzzFeed, il governo di Sua Maestà avrebbe fatto realizzare un rapporto sulle ricadute economiche della Brexit.
In questo documento, vengono analizzati tre possibili scenari a seguito dell’abbandono del mercato comunitario. Una prima possibilità vede l’uscita senza alcun accordo con Bruxelles, con conseguente perdita dell’8% del Pil; una seconda ipotesi data da un possibile accordo commerciale porterebbe ad un semplice -5%; nel terzo e più roseo scenario, la permanenza nel mercato unico farebbe perdere “solo” il 2%.
Ovviamente, l’esistenza di questo rapporto costituisce l’ennesima spina nel fianco sui tavoli dei negoziati.
IL PARLAMENTO CHIAMA
Per gli esponenti filo UE, questi studi confermano un quadro allarmante e hanno chiesto immediatamente la pubblicazione integrale. Non solo: anche in Parlamento gli animi sono infiammati dato che solo pochi giorni David Davis, il ministro per la Brexit, aveva rifiutato di rendere noti questi studi negandone l’esistenza.
Un gioco che per il partito Laburista non può costituire un mero gioco politico dato che in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro. Tutto questo mentre alla Camera dei Lord sta per avviarsi un accesissimo dibattito per lo scrutinio del Brexit Bill, che secondo i Pari va modificata poichè ritenuta “costituzionalmente inammissibile“.
MAY E LA SFIDUCIA
Mentre è impegnata nel suo tour in Cina, per cercare di aumentare gli investimenti commerciali e finanziari, Theresa May lascia in patria un’altra partita aperta. Mentre i sostenitori della Brexit ritengono “deliberatamente ritagliata” la diffusione del rapporto, 40 deputati conservatori hanno richiesto una mozione per il voto di fiducia contro di lei.
Tra fughe di notizie, sfiducia e negoziati sempre più tesi, la via della Brexit continua a mostrare le sue insidie.