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BOT e BTP: che cosa sono? Quali sono le differenze?

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BOT e BTP: cosa sono? Che differenza c’è?

BOT e BTP sono due sigle che spesso sentiamo nei notiziari o di cui leggiamo sui giornali. La domanda a cui vogliamo rispondere è: qual è la differenza tra BOT e BTP? Cercheremo di valutare la convenienza di questi strumenti di investimento e quali sono i rendimenti di BOT e BTP. Chiaramente precisiamo che questo tipo di strumenti di investimento riguardano i Titoli di Stato Italiani, e sono quindi strettamente collegati a fattori economici dell’economia di riferimento. 

Ecco quindi: BOT e BTP ai raggi X.

  • cosa sono i Bot?
  • cosa sono i titoli di stato BTP?
  • similitudini BOT e BTP
  • differenze BOT e BTP
  • rendimento Bot: conviene?

BTP e BOT: che cosa sono? 

BTP e BOT sono dei titoli di stato. Per titolo di stato si intende un titolo, appunto, che rappresenta il debito pubblico di quell’economia di riferimento. In genere quando si emettono titoli come BTP e BOT si vogliono soddisfare le esigenze di spesa del Paese.

Quindi per definizione un BOT è un’obbligazione. Ma come funziona il procedimento vero e proprio? Il discorso è assai basilare: l’economia, e quindi il paese x, l’Italia in questo caso, emette obbligazioni mettendo in vendita il suo debito. Nel nostro caso le obbligazioni vengono regolarmente emesse dal Ministero dell’Economia con delle scadenze predefinite. 

Tuttavia, non tutti i titoli emessi sono uguali. Dovremo quindi andare a distinguere tra: 

  • Btp titoli di stato
  • BOT 
  • CCT 

Ma in cosa sta la differenza? Il principale fattore di differenziazione fra i titoli di Stato è data molto banalmente da due fattori: 

  • la scadenza delle obbligazioni 
  • ammontare e numero di cedole.

Si tratta di due importantissime variabili tra BTP e BOT che andranno a fare la differenza su ciò che direttamente riguarda l’investitore, e quindi il rendimento finale del titolo. 

Differenze BOT BTP: cosa cambia tra i Titoli di Stato? 

Come detto in premessa in questo articolo dobbiamo capire le differenze tra i titoli di stato, e per far questo bisogna partire dal significato dei vari acronimi con cui vengono definiti questi strumenti. Fatto questo possiamo quindi analizzarli uno per uno.

Abbiamo già detto che il governo Italiano può emettere vari tipi di obbligazioni e di titoli obbligazionari. Oltre ai BOT esistono i CTZ, i CCT, e i BTP. Adesso vediamo queste categorie e il significato di queste sigle, per meglio capire quali sono le differenze. 

Vediamo quali sono le 4 categorie principali di titoli di stato:

  • BOT: Buoni del Tesoro Ordinari
  • CCT: Certificati di Credito del Tesoro 
  • BTP: Buoni del Tesoro Poliennali 
  • CTZ: Certificati del Tesoro Zero Coupon 

So benissimo che in questo momento ti stai già chiedendo se sia meglio investire in BOT o in CCT, o in CTZ o BTP. Mi dispiace disilluderti, ma è corretto che te lo dica: in questo momento le obbligazioni non sono un investimento conveniente. Anzi, tutt’altro. 

Allo stato attuale

In questo particolare momento storico investire in obbligazioni non è l’affare del secolo. Le obbligazioni, per essere inserite in portafoglio, devono essere convenienti. E non sto parlando solo ed esclusivamente del Belpaese, ma la situazione è un po’ uguale per tutti i bond al momento. L’investimento in obbligazioni, quindi, non risulta essere conveniente al momento. 

I rendimenti che possono derivare da BOT o CCT sono inadeguati per la stragrande maggioranza degli investitori. In ogni caso prima di giungere a delle conclusioni definitive, sarà necessario prendere in considerazione alcune sfaccettature che andranno a farci capire i pro e i contro di un investimento in Titoli di Stato. Ma quanto bisogna avere come patrimonio per investire in Titoli di Stato e trarne profitto? Tanto. È vero che le obbligazioni sono strumenti di investimento meno rischiosi di altri, ma per ottenere dei profitti interessanti bisognerà investire una cifra di denaro cospicua. 

Nei capitoli successivi cercheremo di far luce sulle caratteristiche ma ti raccomandiamo di avvisare il tuo consulente finanziario nel caso in cui volessi decidere di investire nel mondo dei titoli di stato. Il consulente saprà come gestire la tua situazione finanziaria. 

Ecco le differenze tra BOT e titoli BTP. 

BOT BTP: il tempo 

Se vuoi conoscere la principale differenza di BTP BOT diremo che bisogna partire dalla durata dell’investimento e dalle cedole.

BTP poliennali: i BTP sono un debito nazionale pluriennale. Già nel termine pluriennale si capisce bene che si tratta di scadenze di parecchi anni: 3, 5, 7, 10, 15 e 30 anni. Il taglio minimo per investire in un BTP è di 1.000 €.

Ma chi sceglie di investire in BTP?

In genere questi titoli di stato sono la prima scelta per gli investitori che richiedono un rischio molto basso, una garanzia della qualità dello strumento, i pagamenti periodici e un’importante liquidità che marginalizza il rischio di insolvenza. 

C’è una differenza tra i retail e gli istituzionali:

  • Gli istituzionali possono acquistare BTP non inferiori ai 2,5 milioni di euro
  • Gli investitori al dettaglio, invece, acquisteranno i BTP in lotti da 1000 euro. 

I BTP saranno pagati una tantum alla scadenza. Genereranno delle cedole fisse semestrali che verranno pagate in via posticipata. Tali titoli di stato possono essere emessi:

  • alla pari
  • sopra la pari
  • sotto la pari 

Il reddito viene calcolato secondo la modalità di giorni effettivi/giorni effettivi 

Al contrario dei BTP, i BOT nazionali avranno un taglio minimo di 1.000 euro. A differenza dei BTP i BOT hanno delle scadenze molto più brevi. Si tratta di strumenti molto liquidi con delle scadenze che vanno dai 3 ai 12 mesi. 

BTP BOT: la cedola 

La prima differenza tra BTP e BOT, come abbiamo visto, riguarda la scadenza. Una seconda considerazione va fatta per ciò che riguarda le cedole. Questo aspetto segna un’altra importantissima differenza tra questi titoli di stato. 

I BOT vengono definiti zero coupon non presentano una cedola. Questo andrà quindi a segnare una differenza sostanziale tra i due tipi di investimento. 

I redditi prodotti dal BOT verrano corrisposti all’investitore assieme alla remunerazione a scarto di emissione. Quando il titolo è emesso a sconto, e quindi sotto la pari rispetto al valore nominale di 100, la differenza sarà il mio effettivo guadagno. Alla fine della corsa, infatti, l’investitore sarà pagato al valore nominale e il suo ROI sarà esattamente questa differenza.

 

Btp rendimento effettivo netto

Le cedole del BTP, invece, sono annuali ma vengono pagate una volta ogni sei mesi. 

Ma come si considera quindi il rendimento del BTP? Il rendimento è un tasso cedolare fisso, che corrisponderà anche alla differenza tra il prezzo di emissione del BTP e il prezzo di rimborso.

Quando parliamo di questi strumenti è corretto dire che si parla di un investimento a capitale garantito. Per questo motivo si tratta di uno strumento di investimento indicato per quelle persone che non vogliono rischiare il proprio capitale. Il rischio, però, è che tutto si riveli inadeguato e che alla fine si tengano i soldi bloccati senza guadagnare nulla. Questo perché anche se alla fine sei convinto di investire in titoli considerati sicuri (come i BTP BOT), dovrai inavvertitamente sostenere rischi maggiori di quanto pensi.

Attratto dalle cedole, rischi di perdere altre opportunità più favorevoli offerte dal mercato.

Aste BOT e BTP: Emissione Titoli di Stato

Per quanto entrambi i titoli, sia il BOT che il BTP, saranno emessi in quantità predeterminate e tramite aste, sarà necessario dire che: 

  • Asta Bot: il BOT statale viene collocato tramite aste competitive,
  • Asta Btp: il BTP viene collegato con un’asta marginale.

Le aste marginali stabiliscono che tutti gli offerenti vincenti rimanenti pagheranno lo stesso prezzo, che è il prezzo più basso pagato dall’offerente vincitore.

BOT e CCT

Come abbiamo avuto modo di accennare, oltre ai BOT e ai BTP ci sono altri titoli di debito come, ad esempio, i già nominati CCT. Per CCT si intende, appunto, i Certificati di Credito del Tesoro. Per ciò che riguarda BOT CCT rendimenti dedicheremo un articolo a parte. La cosa essenziale di questa guida è farvi capire similitudini e differenze tra i vari titoli di stato. 

Abbiamo già visto la scadenza dei BOT. Ma qual è la scadenza dei CCT? I CCT scadono ogni 7 anni. Che differenza c’è tra la cedola dei BOT e la cedola dei CCT? 

Diciamo che il rapporto che intercorre tra BOT e CCT è assai stretto. Il motivo è che la cedola dei CCT sono legate al rendimento del BOT a sei mesi o un anno emessi sul mercato nei due mesi precedenti al mese prima dello stacco della cedola. 

BOT CCT rendimento : 

Questo vuol dire che per conoscere i rendimenti dei CCT sarà necessario conoscere il BOT in maniera tale che si possano calcolare in maniera i redimenti e gli interessi, che vengono consegnati in maniera sempre posticipata, con il rimborso della cedola semestrale. 

Per rendere il discorso ancora più chiaro: 

  • la cedola del primo mese è fissa
  • dopo il primo semestre la cedola dipenderà dal rendimento dei BOT a 6 mesi collocati sul mercato franse all’asta precedente la data della decorrenza della cedola stessa
  • i profitti e l’ammontare della cedola sarà quindi dato dal rendimento de BTO a cui si dovranno aggiungere lo spread (che oscilla tra lo 0.3% e l’1%) che dipenderà dalla durata del CCT

L’importo minimo per partecipare all’asta marginale di CCT è di 1.000 euro.

Alla scadenza dell’obbligazione il rimborso avviene alla pari. 

Le tasse sono le stessa di BOT e CCT. Si tratta dunque di una tassazione che ammonta al 12,5%. Ecco la formula per calcolare il rendimento annuale di un BOT.

formula rendimento bot

Investire in BOT e BTP conviene?

Ho già dato una risposta in premessa, anche se era necessario portati fin qui per chiarirti le idee e farti fare le tue considerazioni. Se poi la tua domanda è: conviene investire in BOT e BTP? Mi spiace deluderti ma la risposta è no. Allo stato attuale io starei molto lontano da questo tipo di strumenti di investimento. 


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