BITCOIN – stop anonimi: Dopo la recente stretta dei paesi asiatici sulle criptovalute e relativi strumenti per minarli e scambiarli, Seul alza il tiro e mantiene la sua linea.
L’obiettivo delle autorità della Corea del Sud è porre fine al riciclaggio o all’evasione tramite le piattaforme di scambio o attraverso il trading sulle valute digitali.
In questo modo, per il governo, sarà facile contrastare le organizzazioni criminali e gli speculatori stranieri (anonimi).
LE DISPOSIZIONE
Kim Yong-beom, Vice Presidente della Financial Services Commission, ha annunciato che dal 30 gennaio tutte le banche e intermediari finanziari dovranno identificare obbligatoriamente tutti i possessori di criptovalute.
Oltre a quest’obbligo, vige il divieto di effettuare operazioni di trading per i cittadini stranieri che non possiedono un conto presso una banca sudcoreana.
Questa misura si applicherà anche ai cittadini di età inferiore ai 19 anni.
Ma non solo, oltre a queste misure, alle banche è stato imposto di monitorare le movimentazioni giornaliere superiori all’equivalente di 9300 dollari circa.
Una stretta che, secondo fonti citate da Bloomberg, lascia presagire azioni ben più pesanti da parte del governo di Seul.
IL BOOM E L’ALLERTA
Il valore delle criptovalute, dall’anno scorso, ha sfiorato gli 800 miliardi di dollari e attualmente conta un mercato con circa 1500 tipi diversi di valute.
Questo forte successo, associato alla mania speculativa che sta investendo sempre di più le persone comuni attratte da questi guadagni, ha messo in allarme.
Non solo le autorità asiatiche hanno predisposto la regolamentazione del settore.
L’Unione Europea ha predisposto, oltre all’adeguamento per gli intermediari di cripto delle misure antiriciclaggio, un nuovo studio per regolare l’intero settore. Un progetto che coinvolgerà anche i leader mondiali nel prossimo G20.
Con lo sbarco dei futures sulle cripto, il settore è stato invaso da una nuova ondata speculativa (tuttavia assorbita) che rischia di esporre la finanza a nuovi rischi.