Continuano le manifestazioni di protesta in Bielorussia dopo la rielezione del presidente Alexander Lukashenko. Il quale ha respinto senza mezzi termini la richiesta di dimissioni e qualsiasi ipotesi di brogli. Il tutto contornato da una violenta repressione e attacchi all’Occidente.
Bielorussia, cittadini ancora in piazza: lo scenario
Il presidente Lukashenko continua a negare qualsiasi contestazioni relativa alle recenti elezioni, che lo hanno visto nuovamente vincitore. Il popolo continua a chiedere che il leader, in carica dal 1994, lasci il suo posto. Lukashenko ha vinto sulla sua sfidante Svetlana Tikhanovskaya, 37 anni, con l’80% dei voti. Situazione che ha portato la Tikhanovskaya, il cui marito era il potenziale candidato poi arrestato, a chiedere indagini. Il presidente ha dichiarato che la Bielorussia “perirebbe come stato” se si andasse a nuove elezioni.
Mentre all’orizzonte si profilano le preoccupazioni delle super potenze mondiali mentre la Russia lo sostiene. Vladimir Putin ha dichiarato la sua disponibilità ad inviare supporto militare. Una situazione che non contribuisce a calmare l’escalation di tensione internazionale.
“La situazione in Bielorussia e’ terribile”: lo ha detto Donald Trump a margine di un viaggio in Minnesota.
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha indetto un vertice straordinario per affrontare gli sviluppi della crisi. Proprio Michel ha scritto su Twitter che:
“I bielorussi hanno il diritto di decidere del loro futuro ed eleggere liberamente il loro leader. Le violenze contro i manifestanti sono inaccettabili e non possono essere autorizzate”
Lukashenko accusa la NATO
Domenica 16 agosto sono scese in piazza oltre 200 mila persone nella capitale Bielorussia.
L’opposizione non arretra neanche difronte alle violenze. Numerose denunce verso la polizia e la gestione del sistema di voto hanno riecheggiato in ogni parte.
“Fino a quando non mi ucciderete, non ci saranno altre elezioni” così ha risposto senza toni concilianti Alexander Lukashenko. Questo è quanto riferito dal quotidiano indipendente tut.by .
Gli arresti hanno riguardato migliaia di manifestanti, oltre l’uso da parte delle forze governative di spranghe, proiettili di gomma e granate. Si riferisce anche dell’uccisione di alcuni manifestanti. Una gravissima violazione dei diritti che sta causando rimostranze in tutta la comunità internazionale.
Per questo motivo il presidente si scaglia contro le interferenze occidentali in Bielorussia. Lukashenko attacca la NATO per il suo massiccio schieramento di forze nei paesi confinanti. Una dimostrazione di forza che non è andata giù al dittatore bielorusso che considera questa pressione inaccettabile.
In occasione di una manifestazione con i suoi sostenitori, il presidente ha dichiarato che:
“La leadership della NATO ci chiede di tenere nuove elezioni. Se seguiamo il loro esempio, moriremo come Stato. Il Paese non deve diventare la latrina dell’Europa.”
La replica
“Non vi è alcun rafforzamento della NATO nella regione”, ha detto su twitter il portavoce dell’alleanza atlantica Oana Lungescu. Sottolineando che l’intera alleanza sta monitorando da vicino ogni sviluppo della crisi bielorussia, respingendo con forza le accuse di movimenti militari.
“La presenza multinazionale della NATO nella parte orientale dell’Alleanza non è una minaccia per nessun paese. È strettamente difensivo, proporzionato e progettato per prevenire i conflitti e preservare la pace”. ha aggiunto.