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🇪🇺 BCE verso la fine del Quantitative Easing (?) occhi sul meeting di giugno.

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Occhi puntati sul vertice di Riga del 14 giugno.
La Banca Centrale Europea sembra intenzionata a porre fine al piano di stimoli e acquisto di asset.

USCITA GRADUALE

“E’ chiaro che la prossima settimana il consiglio direttivo dovrà fare questa valutazione, se i progressi fatti finora sono stati tali da richiedere una graduale uscita dai nostri acquisti netti”. Questa la dichiarazione del membro del comitato esecutivo della BCE, Peter Praet, sul profilarsi di uno stop all’acquisto dei titoli pubblici.
Il prossimo vertice del board della BCE e dei direttori della banche centrali dell’eurozona dovrà valutare le tempistiche per la fine del programma iniziato nel 2015.

Anche il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, conferma la direzione.
“Non è una sorpresa che da qualche tempo i mercati si aspettino che gli acquisti netti di titoli finiscano entro il 2018”. Queste le sue parole, ritenendo i tempi maturi per un cambio di direzione e per le aspettative del mercato.
Le parole dei due vertici del board, hanno immediatamente scosso l’euro, salito ai massimi di due settimane sul dollaro.

GLI OBIETTIVI (ANCHE) POLITICI

Era chiaro che il timing posto dall’Eurotower fosse vicino alla fine, per l’istituto di Francoforte è impensabile continuare a immettere liquidità sul mercato senza sosta.
Tuttavia la BCE ha confermato l’intenzione di continuare il piano di acuisti fino a settembre, che nel frattempo è stato ridotto di ben 30 miliardi.
L’unico spiraglio può essere dato dall’intenzione di raggiungere il target inflazione posto al 2%.

Inoltre, la graduale riduzione deve tenere conto degli effetti a livello macroeconomico indotti dai dazi e le ovvie conseguenze sulle economie dell’area euro.
Non solo, il messaggio di Draghi è anche politico: un invito affinché i paesi membri (Italia inclusa) affrontino con coscienza e attuino le opportune scelte di politica economica.

Il Quantitative easing, per l’appunto, era basato sul chiaro intento di impegnare i governi in politiche fiscali prudenti e riforme strutturali, in cambio di un supporto monetario.

Per l’Italia il piano di stimoli si è tradotto, in questi ultimi anni, in un risparmio di ben 70 miliardi di euro di interessi sul debito.

PROSPETTIVE 

Il meeting di giugno ha anche lo scopo di mostrare la fiducia della BCE verso l’economia dell’Eurozona e le sue prospettive economiche. Un’occasione per mostrare il costante rialzo dei prezzi e della produzione.
Tutto in attesa del prossimo vertice del 26 luglio dove, si spera, le previsioni non vengano meno con la riduzione dell’inflazione o delle scelte politiche.
Soprattutto per rivedere un rialzo dei tassi di interesse che, come è giusto notare, è cosa ben diversa dalla riduzione del piano di stimoli che il mercato ha già iniziato a scontare.

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