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Barnier ha il Coronavirus: cosa succederà alla Brexit?

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Michel Barnier, il numero uno da parte europea per i negoziati Brexit col Regno Unito, è risultato positivo al test del Covid-19, altrimenti detto Coronavirus.

Michel Barnier ha 69 anni. Per quanto abbia contratto il virus ha dichiarato di “stare bene e di essere di buon umore”. Ma i dubbi, adesso, sono molti: cosa succederà alla Brexit? 

Barnier positivo al Coronavirus: e la Brexit? 

Questa Brexit non s’ha da fare. Il virus diagnosticato al responsabile delle negoziazioni non lascia nessuno scampo. È molto probabile che la Brexit venga rinviata. Nel corso di questa settimana era già in programma un incontro face to face per portare avanti gli accordi commerciali. 

Per questo motivo è assai improbabile che le altre persone che fanno parte del tavolo tecnico per i concordati Brexit siano state infettate. Secondo Boris Johnson, il Primo Ministro inglese, non ci saranno ulteriori proroghe e la data di uscita è il 31 dicembre 2020.

Chiaramente un espandersi della pandemia potrebbe obbligatoriamente portare la data di uscita ufficiale più in avanti, mantenendo le regole dell’UE ancora per un ulteriore lasso di tempo. 

Barnier ha rassicurato tutti

L’onorevole Barnier ha confidato il suo status su Twitter:

“Vorrei informarvi che sono risultato positivo per # COVID19 .

Sto bene e di buon umore. Sto seguendo tutte le istruzioni necessarie, così come la mia squadra.

Per tutti quelli già colpiti, e per tutti quelli attualmente in isolamento, lo faremo insieme.”Ieri sono risultato positivo per Covid-19. Ora entrerò nell’autoisolamento.

Vorrei offrire la mia solidarietà a tutte le famiglie colpite da questo virus molto grave.

Voglio anche ringraziare tutti gli operatori sanitari. Stanno facendo un lavoro fantastico.

Per vincere questa battaglia contro dobbiamo pensare e agire collettivamente. Possiamo lasciare questa crisi più forte di prima.”

Jhonson porterà UK fuori da UE a tutti i costi? 

Non è così scontato. Infatti secondo quanto rivelano delle voci interne, Johnson in realtà sarebbe pronto a spostare la data di uscita del Regno Unito. Questo solo se ci fossero dei margini per un accordo. L’incontro previsto questa settimana era il secondo round di colloqui. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche Barnier. L’intento era quello di stilare una bozza definitiva dell’accordo commerciale.

L’emergenza Coronavirus, che ha fermato il mondo, ha fatto slittare anche l’incontro, e quindi si è già in ritardo sulla tabella di marcia. Per questo motivo, per quanto da Downing Street siano arrivate delle smentite ufficiali, Johnson dovrà prendere in considerazione l’idea di ritardare la Brexit ora che Barnier dovrà affrontare la quarantena.

Barnier coronavirus Brexit
Boris Johnson e Michel Barnier

Il Primo Ministro ha detto ieri ai suoi parlamentari che 

“La nostra priorità è affrontare l’epidemia di Coronavirus e l’altra questione [la fine del periodo di transizione] è stata legiferata per essere rispettata“.

Nella realtà dei fatti se tutto dovesse contenersi in poche settimane, si sarebbe ancora in tempo per riuscire a concludere i concordati entro il periodo di transazione stabilito. Adesso sarà necessario affidarsi alla retorica e ai botta e risposta per mettere sotto pressione l’Unione Europea, dato che il Caso Barnier è un problema nostro.

Ovviamente se ci fossero i margini per un accordo, e quindi una soft Brexit, potrebbe aver senso prolungare il periodo di transazioni, ma se non si dovesse trovare nessun accordo il Regno Unito potrebbe abbandonare il tavolo delle trattative già a Giugno, con un nulla di fatto e l’attuazione della tanto temuta hard Brexit.

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