Autonomia Tradita?
Sta per tornare sugli scaffali un libro definito da tutti “introvabile“. Una storia curiosa, affascinante, che affonda le sue radici lontano e che oggi torna a far discutere, specie in questo particolare momento storico. Il tema del volume è lo Statuto Speciale della Regione Siciliana. Un libro dalle mille sfaccettature. Un commento storico, giuridico ed economico allo Statuto Speciale letto come Costituzione e patto confederativo tra Sicilia e Italia con disamina sulla sua parziale applicazione. E in questa sede è opportuno sottolineare “parziale”.
Chi ha scritto “Autonomia Tradita?”
L’autore, il Professor Massimo Costa, non ha certo bisogno di presentazioni. Palermitano, classe 1967, è Professore Ordinario di Economia presso il dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Statistiche dell’Università di Palermo. Laureatosi in Bocconi, si dedica sin dall’infanzia a degli studi approfonditi sulla Storia della Sicilia; questa attività è, ad oggi, una delle sue più grandi passioni. La sua ricerca e le sue pubblicazioni hanno riguardato, principalmente, lo Statuto della Regione Siciliana e i rapporti finanziari intercorsi negli anni tra Stato e Sicilia.
Perché si parla di “Autonomia Tradita”? I fatti:
La concessione dello Statuto speciale ha rappresentato uno spartiacque per la secolare storia politica della Sicilia. Seppure con radici molto lontane, giacché lo Statuto non è certo un “incidente” degli anni ’40, questa Carta costituzionale è come se avesse ridefinito i contorni della politica siciliana ed è rimasta, nel bene e nel male, punto di riferimento degli ultimi 80 anni circa. Ma cos’ha di tanto speciale questa Carta?
Secondo l’Autore essa ha una triplice natura di:
- piccola costituzione interna
- patto confederale
- trattato di pace tra Italia e Sicilia, almeno nel suo dettato originario e mai applicato, che costituisce la parte sempre più interessante e attuale.
La storia di questo libro…
Tra il 2007 e il 2009, in una serie di interventi on line, Massimo Costa si propose di illustrare in modo divulgativo ma completo il significato e la portata dei singoli articoli. Dalla loro collazione nacque, nel 2009, l’Autonomia Tradita, divenuto un testo che ebbe allora uno straordinario successo negli ambienti statutari e autonomisti, per poi diventare progressivamente introvabile. Trovarne una copia oggi è praticamente impossibile.
Da qui la decisione di procedere ad una ristampa, nella quale l’Autore, però, non è voluto intervenire sul testo originario, ormai consolidato, quanto proporre una postfazione, piuttosto articolata, che ripercorre i passaggi, o forse dovremmo dire i drammi, di questi ultimi dodici anni circa.
Un passaggio ineliminabile per chi voglia fare politica in Sicilia e voglia parlare con cognizione di causa delle nostre specificità istituzionali, in materia legislativa, esecutiva, giudiziaria, economico-finanziaria e varia.
Perché leggere questo libro?
Perché potrebbe essere il preludio di una presa di coscienza collettiva. Nella stragrande maggioranza dei casi il punto di partenza è la consapevolezza. Per diventare consapevoli diventa necessario approfondire questo aspetto che, da anni, viene sbandierato come comodo argomento in clima elettorale, per poi tornare sotto ai piedi subito dopo. Perché oggi lo Statuto della Regione Siciliana potrebbe diventare scomodo? Cosa succederebbe alla Sicilia, al suo PIL, alle sue finanze, se tutti gli articoli venissero applicati come in realtà previsto? Quanta responsabilità ha la classe politica siciliana?
E per quale motivo oggi non parla più nessuno di questa Carta che sta alla base della nascita della Repubblica Italiana così come la conosciamo? Per questo motivo non si può più rimanere nell’ignoranza. Leggere lo statuto spiegato parola per parola dovrebbe essere diritto e interesse di ogni siciliano libero con a cuore il bene della sua martoriata Terra. E il percorso parte proprio dalla risposta a questa domanda: è un’Autonomia Tradita? Si o No?
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